mercoledì, Settembre 27, 2023
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    Intellettuali in calze blu. Il circolo letterario femminile della Londra del Settecento

    Fu il perfetto equilibrio tra intelletto e piacere il principio fondamentale sul quale il circolo delle Bluestockings (Calze Blu) riformò l’arte della conversazione.

    Nei salotti londinesi della metà del Settecento un gruppo di donne ricche, colte e brillanti divenne protagonista di una vera trasformazione sociale incoraggiando lo sviluppo della comunicazione intellettuale femminile. Tra i propri doveri morali le donne avevano anche quello di accompagnare i giochi di società, i balli e gli incontri del tè con una nuova forma di socializzazione incentrata sugli interessi e sugli scambi culturali.

     

    La ‘regina’ del circolo

    La ‘regina’ del circolo delle Blues era Elizabeth Montagu, esponente dell’alta società inglese, scrittrice e critica letteraria.

    Nella sua residenza londinese al numero 22 di Portman Square, nel quartiere di Mayfair, e in quella al 16 del complesso di Royal Crescent di Bath si tenevano le famose colazioni letterarie.

    Riunioni prevalentemente al femminile ma aperte anche agli uomini purché non si parlasse di politica, unico argomento interdetto.

    Lo scrittore Samuel Johnson, il pittore Joshua Reynolds, il filosofo Edmund Burke, l’attore David Garrick

    Tra i consueti invitati c’erano lo scrittore Samuel Johnson, il pittore Joshua Reynolds, il filosofo Edmund Burke, l’attore David Garrick e, soprattutto, il botanico Benjamin Stillingfleet. Fu proprio quest’ultimo a correggere le bozze del saggio della Montagu ‘Gli scritti e il genio di Shakespeare’ (1769), raro esempio di critica letteraria firmata da una donna (anche se inizialmente uscì in forma anonima).

    Le Calze Blu

    Si deve a lui l’aneddoto all’origine del singolare nome ‘Calze blu’.

    Pare, infatti, che fosse solito presentarsi alle riunioni con delle calze blu non avendo disponibilità economiche sufficienti all’acquisto di calze nere di seta, fondamentali per l’abbigliamento formale di un gentiluomo.

    Una volta in cui fu assente la sua vivacità fu talmente rimpianta da far dire a Elizabeth Vesey, altra importante anima del gruppo: ‘ma non possiamo fare nulla senza le bluestockings!’.

    Il desiderio di discutere di cultura e di poesia rese le riunioni degli eventi sempre più frequentate da scrittrici e intellettuali coscienti del fatto che l’educazione femminile avesse bisogno di nuovi spazi per arricchirsi dal momento che alle donne veniva spesso precluso lo studio di molte discipline ritenute inutili per la loro vita.

    La poetessa Elizabeth Carter, la scrittrice Hester Chapone

    Tra le Bluestockings c’era la poetessa Elizabeth Carter, autrice della prima traduzione inglese delle opere del filosofo greco Epitteto (1758), la scrittrice Hester Chapone che per la nipote quindicenne scrisse ‘Lettere sul miglioramento della mente’ (1773) e poi anche le scrittrici Frances Burney, Hannah More e Anna Laetitia Barbauld.

    Senza sovvertire del tutto le convenzionali virtù necessarie alle donne per tenere alta la loro posizione in società, le riunioni delle Bluestockings rappresentarono un passo importante verso l’emancipazione femminile che aprì la strada a personalità incisive come la filosofa Mary Wollstonecraft, madre della scrittrice Mary Shelley.

    La rivendicazione dei diritti delle donne

    Con il suo libro ‘La rivendicazione dei diritti delle donne’ (1792) affronta in modo molto più radicale il problema della subordinazione sociale e culturale delle donne in cerca di un riscatto che poteva avvenire solo attraverso il sapere e la cultura.

    Sono riunite, le Bluestockings, in un bel dipinto di Richard Samuel della National Portrait Gallery di Londra ‘Le nove muse viventi della Gran Bretagna’ (1778), immagine che celebra un’idea di eccellenza e creatività tutta femminile.

     

    Eliana Cupiccia

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