mercoledì, Settembre 27, 2023
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    Intervista a Jonathan Bazzi:” In Corpi Minori la gerarchia del desiderio”

    Jonathan Bazzi, classe 1985, è un autore che ha saputo conquistare il suo spazio nella narrativa italiana contemporanea con un solo romanzo, Febbre, (Fandango, 2019), finalista al Premio Strega 2020.

    Laureato in filosofia con una tesi sulla teologia simbolica in Edith Stein, Bazzi, immagine glamour quanto basta,  torna in libreria con Corpi Minori, (Mondadori, 2022).

    Il romanzo si distingue per una scrittura ‘’fluviale’’ che gioca molto sull’intensità più che sulla sinossi.

    Declinato in prima persona, Corpi minori narra la storia di formazione del protagonista più che venticinquenne abbacinato dalla possibile conquista della città in cui tutti i suoi sogni convergono: Milano e per farlo non conosce limiti. Strumentale in tal senso sarà addirittura una specie d’amore sino a quando, forse, riconoscerà l’autenticità del sentimento attraverso l’incontro con Marius.

    Alla ricerca di un’identità e del successo, attraverso cui riconoscersi, tra rimandi allo stile e ai temi amati da Teresa Ciabatti, ma anche alla spietata ambizione del protagonista di Resistere non serve a niente, (Rizzoli, 2012) e a quei venerati corpi cari a Walter Siti, Bazzi scrive di debolezze, desiderio, precarietà e vuoti interiori, tipici del nostro tempo.

     

    Corpi minori è una storia incentrata sul desiderio, anzi su più desideri, a volte carnali, talvolta di pura ambizione legata alla scalata sociale del protagonista.

    L’affermazione di sé stesso coincide con la conquista di una città che rappresenta tutto questo: Milano. Emanciparsi dalla periferia, da Rozzano da cui proviene, dimostrare di essere qualcosa, qualcuno, attraverso Milano e attraverso l’amore.

    La scrittrice irlandese Edna O’Brien ha detto: ‘’Nel corpo non meno che nel cervello è racchiusa la storia della vita’’.

    Partiamo da qui, dal corpo del protagonista e dai corpi che incontra: quelli degli amici, dei coinquilini, degli amori, degli amanti occasionali.

    I corpi dei personaggi di questo libro sono corpi con delle caratteristiche che li pongono spesso ai margini. Per esempio, non si sentono abbastanza belli o vivono un rapporto conflittuale, tormentato, con il cibo o cercano attraverso l’attività fisica di trasformarsi, di rimodellarsi, oppure sono corpi segnati da delle patologie della pelle quindi dalle emozioni che filtrano, che trapassano nell’epidermide. O, ancora, sono corpi che soccombono sotto la violenza del contesto o attraverso le fatalità del destino.

    Accanto a questo primo senso della ‘’minorità’’ dei corpi, c’è quello che mi si è aperto attraverso una metafora astronomica, perché in astronomia i ‘’corpi minori’’ sono i corpi celesti più piccoli rispetto a stelle e pianeti, quindi meteoriti, stelle cadenti, asteroidi.

    Da qui ho riflettuto sulla natura intrinsecamente gerarchica del desiderio ovvero che siamo tutti corpi minori se osservati attraverso le dinamiche del desiderio. Quando desideriamo, quando siamo attratti da qualcosa o da qualcuno, eleggiamo quel qualcosa o quel qualcuno a corpo maggiore.

    Di conseguenza, il desiderio ha sempre una natura gerarchica.

    Dove c’è gerarchia è facile che ci siano forme di sopraffazione, di umiliazione, di inganno e anche di autoinganno.

    Sembra che il protagonista abbia una grande difficoltà a mantenere una relazione duratura, longeva. Al contrario, riesce a farsi amare più di quanto lui stesso non ami. In che modo affronta la difficoltà di amare e dov’è il suo limite?

    Mi interessava mettere al centro della narrazione il movimento tra l’ideale e la realtà sia nei confronti della città, prima vista, immaginata, sognata da lontano, poi che cosa succede quando ci si arriva e ci si prova a vivere. Poi questo stesso movimento osservato nelle relazioni.

    Il passaggio, il movimento, tra l’amore atteso, immaginato, e quando l’amore osa durare, rimanere.

    È chiaro che c’è un dislivello, un passaggio di stato, perché se l’infatuazione, le prime fasi dell’innamoramento, comporta una uscita da sé stessi, la prima forma di stordimento, di ebrezza, poi dopo si torna in possesso di sé stessi e quindi riemerge la propria natura e tutte quelle parti che l’infatuazione ha occultato.

    Tra la seconda e la terza parte del libro, nel protagonista una sera si insinua come un flash, una voce gli suggerisce, gli impone, la possibilità che la storia meravigliosa che ha, l’idillio che sta vivendo da alcuni mesi, sia arrivata al capolinea.

    Da quella voce nasce una specie di loop fatto di domande ma anche di test.

    Un continuo mettere alla prova la propria relazione alla ricerca della verità nel tentativo di capire se si tratta di amore o no. Se è amore autentico o no. Così come la pretesa, totalmente impraticabile nei fatti, di fermare l’amore razionalmente, di capirlo, di processarlo.

    ” Ritrovo il suo viso e sorrido e anzi rido, per la felicità di poter infilare la lingua nelle mucose del mio destino. La sua saliva, la mia, tutto l’osceno ora è devozionale. Si contemplino questi peli del petto e del pube, e questi capezzoli: occorrono teche e vetrine diligenti che li conservino per mostrarli ai posteri, preservandoli dalle ingiurie del tempo, affinché sappiano che tutto questo, qui, ora, è esistito. E questo cazzo, e questo sacro orifizio che lecco, allargo, e succhio, e riempio. E’ un’eucaristia di sputi e deep throat”.  (Corpi Minori, pag. 156)

    La corporeità, la carnalità e, dunque, anche la sessualità all’interno del romanzo sono molto presenti. Più nello specifico, il sesso, l’amplesso, e l’orgasmo sono associati nella tradizione letteraria ma anche cinematografica, a un senso di morte, a una piccola morte, tanto che i francesi chiamano l’orgasmo ‘’ la petite mort’’. Le parti che hai dedicato all’incontro carnale si elevano ancor di più stilisticamente rispetto al resto della narrazione. Che cos’è la sessualità del corpo per il protagonista?

    Volevo esplorare la fisiologia dell’innamoramento attraversata da elementi perturbanti. Desideravo esaminare gli aspetti non solo controversi ma addirittura neri del desiderio.

    Nel protagonista la stessa attrazione, la stessa adrenalina, euforia sessuale, si accompagna sovente a un senso di repulsione o di non accettazione.

    Mi interessava la possibilità di far convergere dei valori opposti nello stesso punto dell’esperienza, quegli stessi che siamo abituati nel nostro immaginario a tenere ben distinti.

     

    Mariagloria Fontana

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