Cos’è l’amore ai tempi di una quotidianità così convulsa, contundente e, per avventura, timida verso i sentimenti?
Lo abbiamo chiesto ad Andrea Biscaro, il cui ultimo lavoro è “Un cuore pulsante di medusa su uno sfondo rosa” (NullaDie Edizioni, 2021), artista contemporaneo, autore di molti generi letterari come favole, thriller, romanzi storici e letteratura erotica, che sviscera la relazionalità umana attraverso opere dense di rimandi psicologi, intimistici e sociali.
L’opera con cui ti ho conosciuto è “Pornopoema”, un poema a fumetti illustrato da Sergal (pseudonimo di un misterioso autore di fumetti italiano che non vuol rivelare la sua vera identità), edito da Eretica Edizioni.
È un’opera che presenta immagini iperrealistiche in cui la crudezza coincide con un’impressione visionaria. Il testo racconta una storia d’amore morbosa che porta alla distruzione dell’identità personale, fino a giungere a una raccapricciante scoperta antropologica.
Che si parli dell’amore verso una donna o per l’arte, la trama rievoca gravi vicende che interessano certe perversioni umane di cronaca nera. Ci parli dei motivi per cui hai scelto di svolgere una simile narrazione in fumetto?
Desideravo raccontare un’ossessione amorosa.
In questo caso, quella di Marco Steiner – il pittore protagonista di “Pornopoema” – nei confronti di Giulia, la sua splendida donna-musa. Ossessione per la bellezza, quindi. Che sfocia inevitabilmente in perversione.
Ho trovato che il fumetto fosse il medium più azzeccato per raccontare una storia forte come questa. Un horror della psiche, in cui niente di ciò che viene mostrato è del tutto reale. Perché tutto è filtrato dalla mente-incubatoio-setaccio di Marco Steiner.
Una grande metafora nera dell’arte, forse. Della commercializzazione che tutto ingloba e affoga.
La relazione tra Eros e thanatos è un topos letterario ricorrente e molto fortunato. La violenza raccontata nell’opera ha una finalità descrittiva o eversiva rispetto alle tendenze psicologiche ed erotiche della società a cui ti riferisci?
La società è mille volte più violenta del mio fumetto.
Mille volte più subdola e corrotta. Marco Steiner è il prodotto di questa società deviata, pur ricoprendo un alto ruolo spirituale: quello dell’Artista. La violenza è funzionale alla storia narrata. Che, come dicevo, è storia della psiche. Steiner ama la sua donna-feticcio come una reliquia da chiudere sotto vetro. Da sprangare in casa. Da blindare nella mente. Giulia, nonostante il ruolo che ricopre (modella di punta di note maison di moda), è in balia sua. Totalmente sottomessa e soggiogata. Muta bellezza arresa al suo uomo. E arresa anche al suo stupratore seriale vestito sarcasticamente da clown.
In qualsiasi prigione arriva il vento dell’ignoto a scompaginare ogni piano.
La donna sembra avere un ruolo passivo nell’opera, viene agita dal protagonista fino alla sua stessa creazione (che equivale a distruzione) da parte di quest’ultimo. Ce ne parli?
Giulia è la donna che l’uomo vorrebbe. Bella, sexy, disinibita, assolutamente dedita alla casa e al volere del maschio. Troia e madre. Ma ad uso e consumo privato. Bambola domestica. Muta sirena.
Nella tua attività di autore a nome tuo e come ghostwriter, ti ritrovi a scrivere opere di svariati generi letterari: in quale ti riconosci di più?
Mi riconosco in ogni riga che scrivo e in ogni “genere” che tocco. Ho una personalità versatile e complessa, che riesce ad esprimersi nella molteplicità che la lingua offre.
Sai che noia chiudersi in un genere ed essere quello per tutta la vita? Non fa per me.
È appena uscita la tua ultima fatica poetica, “Un cuore pulsante di medusa su uno sfondo rosa”, pubblicata da Nulla Die. È una raccolta romantica in cui l’io si relaziona ad un interlocutore amoroso nell’attimo stesso in cui si svela a se stesso. Ci spieghi la scelta del titolo?
È il verso interno di una delle poesie centrali dell’opera. Volevo un titolo sobrio, poco appariscente. Ci sono riuscito, secondo te?
La dimensione erotica si fa spazio tra i versi trasmutando l’ardore di un corpo in un senso di passione panica e accomunante.
Nella prorompente vis erotica di un io che torna alla sua radice attraverso l’unione con un altro individuo, risiede una nuova chiave eticizzante per la società contemporanea?
Parlo all’individuo. Non alla massa, non alla società. Non voglio eticizzare nessuno, perché sarebbe vano. Parlo di amore, un sentimento puro, assoluto. Amare è capire-ascoltare- diventare l’altro. Il diverso. Il mostro. Ciò che non siamo noi.
Chi, in questa società narcisistica ed egocentrica, ha voglia di spogliarsi di sé, per entrare nell’Io-Altro?
Davvero qualcuno, oggi, desidera amare ed essere amato? Sicuramente sì. Ma siamo in pochi. Perché serve tempo. Tanto tempo. Anzi, tutto il tempo. Amare è dedizione, è ascolto, è occhio e orecchio prestato all’altro. È cuore condiviso.
Sogno un nuovo umanesimo.
Sono un sentimentale, sì. Altrimenti oggi non mi metterei di certo a scrivere poesie d’amore.
Salutiamoci con una tua poesia.
Grazie per l’ospitalità e per le belle domande, Gisella.
Vi regalo un estratto dalla poesia “Giallo”:
Tu credi sia tutto legato all’anima.
L’anima fa paura.
L’anima genera terrore.
L’anima, se svelata, mica è detto che risani.
Potrebbe spaventar a morte, piuttosto.
Due anime denudate possono originar cataclismi.
Possono produrre infarti, insonnie, paturnie, collassi.
L’anima è luce, per questo è così atroce.
Per questo la copriamo di chili di plasma.
Per questo la soffochiamo di trucco e codardia
di storie che non contano un cazzo
di paillettes di birre e festoni e fanculo.
La copriamo di merda, l’anima
così che sia più facile seppellirne l’odore nauseante di cielo e vertigine
la copriamo di schermi schiume e vanaglorie
di personaggi inventati di due dimensioni e di città inesistenti.
L’anima, sì.
Sei sicuro che sia un enigma legato all’anima.
Te lo ripeti ogni giorno.
Non è vero che l’anima è fatta di spirito
che è una coscienza immateriale
una nuvola zuccherosa
un ectoplasma incolore.
L’anima ha un volto e quando sei fortunato la vedi allo specchio.
L’anima è un corpo.
L’anima è la sua fica che sa di acque dolci minerali.
L’anima è lo scintillio dietro il nero fosco dei suoi occhi.
L’anima è il suo ombelico che pulsa di calore e desiderio.
L’anima è il suo sorriso bianco che sgocciola
è la sua mano piccola e lunga
è la nuvola strana d’inchiostro che ha sulla testa.
L’anima è la carne.
L’anima è il fuoco delle parole di ieri
quelle che vi scambiavate come una moneta di tutti i giorni
quelle che ti sembravano vitali perché scaturite dalla tua sorgente nascosta.
L’anima si taglia, si spacca, si ossida, si squarcia
Gisella Blanco