giovedì, Novembre 21, 2024
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    Morgana Tour: Michela Murgia e Chiara Tagliaferri raccontano le donne

    Nei giorni scorsi, il Morgana Tour 2021 ha fatto tappa a Milano con ben due incontri al Teatro Carcano. Il Tour, che vede Michela Murgia e Chiara Tagliaferri impegnate a portare nelle sale e teatri d’Italia il secondo volume di storie tratte dal loro celebre e omonimo podcast – Morgana –, quest’anno ha per sottotitolo: L’uomo ricco sono io, battuta che campeggia sulla copertina del libro, pubblicato da Mondadori a settembre, che, originariamente, fu rivolta dalla cantante Cher alla madre, quando le suggerì di abbandonare il canto per trovare, appunto, un uomo ricco.

    La libertà della donna

    Al centro della campagna promozionale e di ognuna delle dieci storie narrate nel testo vi è pertanto la libertà delle libertà per la donna, quella economica, senza la quale nessun’altra è possibile, in primo luogo – come scrisse Virginia Woolf – procurarsi e possedere una stanza tutta per sé.

    Al primo apparire sul palco Murgia e Tagliaferri sorridono, salutano i presenti – donne e uomini, pochi questi ultimi, ma molto apprezzati dalle scrittrici –, ringraziano lo stilista Valentino, che le ha vestite per l’occasione, ammiccano, ironizzano: “Lei è più figa di me”, sentenzia Murgia e subito dopo spiazza il pubblico perché brandisce un martello e manda in mille pezzi un salvadanaio posto in bella mostra al centro della scena.

    Le due scrittrici, amiche e complici, si alternano nel prendere la parola, si raccontano e prendono in giro – “Michela è ossessionata dalla lingua coreana”, spiega Chiara Tagliaferri, “e pensa costantemente al suo prossimo viaggio in Oriente”.

    Lo ”schwa”

    In realtà affilano le armi e, in circa un’ora pirotecnica sul piano verbale, riescono a perorare la causa dello schwa, adottato nel libro per provocare certo, ma anche per “offrire sollievo e uno spazio per immaginarsi e pensarsi a chi non si riconosce nella cultura binaria” dei generi, ne riconoscono i limiti.

    Tuttavia, dichiarano anche di non volersi arrendere di fronte alle numerose critiche mosse loro per questa scelta, anche dall’Accademia della Crusca, di cui riconoscono il ruolo e comprendono la posizione, ma si dicono sperimentatrici, pioniere, al riguardo, ché, come altre donne, stanno cercando di disegnare e costruire con le parole un nuovo e differente mondo, una società inclusiva, che lo schwa può contribuire a creare.

    Sul palco Murgia e Tagliaferri fanno scintille e il pubblico in sala risponde empaticamente: ride, applaude, interviene; sì, perché ciò che più conta per le due autrici sul palco non è tanto presentare il loro libro e “dispensare” consigli, verità, massime in pillole, quanto piuttosto incontrare le altre donne, ascoltare le loro storie e, forse, generare maggiore consapevolezza e senso di appartenenza, in una parola: sorellanza.

    Ed è proprio in questo momento dell’incontro che Murgia e Tagliaferri diventano semplicemente Michela e Chiara, donne tra le altre che, proprio come le altre, si commuovono e sorridono al sentirle raccontare le loro alterne vicende.

    Alla fine ci si saluta, c’è chi si ferma per una dedica e qualche battuta con Michela e Chiara e anche chi porta a casa un coccio delle libertà e parità economiche ancora e tanto cercate, in un percorso di emancipazione che, dopo una serata come questa, sembra meno solitario e più condiviso.

     

     

    Flavia Todisco

     

     

     

     

     

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