Le grandi praterie brulle e aride, le tempeste frequenti e i tornado sono solo alcuni aspetti dello Stato del Nebraska, in lingua chiwere acqua calma come il fiume Platte che la attraversa.
Nel mezzo del niente e da nessuna parte nello specifico, nasce la cantautrice Ro Myra e il suo album di debutto, Nowhere Nebraska.
Uscito pochi mesi fa, il lavoro della musicista americana porta in sé un nome e la negazione dello stesso, la dimensione di uno spazio esistenziale e fisico ed il non spazio, la sospensione.
Seppur già paragonata all’opera cantautorale di Lucinda Williams e Sheryl Crow, Ro Myra prende le distanze scrivendo il diario di una ragazza qualunque in forma di note e alle prese con le sue ambivalenze.
Registrato tra Denver ed Austin, Nowhere Nebraska è il racconto di un’autodistruzione e delle seconde opportunità, del quotidiano e del surreale , del desiderio di fuga e del bisogno di ritorno.
A proposito della stesura dell’album, Ro Myra ammette di aver corso tanto per poi tornare da dove era voluta scappare e realizzare proprio a casa la sua vera partenza musicale.
Nella creazione di Nowhere Nebraska, Ro Myra affronta temi quali i ricordi dolorosi, il perdono, la pena,la libertà, il destino.
Ella stessa ammette di avere un desiderio riguardo il suo album ovvero che il pubblico ascolti e pensi ai luoghi a cui si è ispirata e alle persone che le hanno fornito esperienza . Ro Myra vorrebbe che il suo album fosse il vero viaggio.
Come biglietto utilizza una band orientata ai suoni folk e rock anni settanta; la sua voce è delicata , in netto contrasto con la durezza dei temi trattati nelle sette canzoni scritte personalmente.
L’album si apre con la canzone Irene in cui Ro Myra affronta l’abuso sulle donne ed incita un’amica , la Irene della canzone, a non soccombere e a ribellarsi . Irene è anche il suo secondo nome quindi la cantautrice si fa portavoce di un messaggio rivolto in primis a se stessa e a tutte le persone abusate e fragili .
Il secondo pezzo si intitola Mama , analisi aspra sui rapporti disfunzionali tra genitori e figli.
Half a time , la terza canzone, tratta della dipendenza da sostanze tossiche e di quella emotiva , sviscera ( in una sorta di dream pop alla Mazzy Star ) una storia d’amore tossico ed instabile , fatto di apparenti vicinanze e complicità vissute solo a metà. L’intero brano alterna i 4/4 ai 5/4 per conferire questo costante senso di insicurezza.
E’ con Jump into the water che l’album esce dall’atmosfera sonora sognante e si fa blues, roco e foriero di speranze ( Sogno di ballare nella vallata/finché non si asciugheranno le mie lacrime ) . In questo caso, le chitarre si fanno prepotenti e la voce di Ro Myra cede il passo ad un’interpretazione più graffiante e sanguigna.
More than just ok è la vera promessa di salvezza ( potrà sembrarti di sparire /quando la strada ventosa non si raddrizzerà / ma tu vedrai la luce/ tu sei la luce).
Riguardo a questo brano, Ro Myra dice che da piccola si metteva al pianoforte suonando ad orecchio e senza conoscere le note. Questo la rendeva fortemente insicura e timorosa nel diventare una cantautrice ma ora che scrive, suona chitarra e pianoforte dice che se ce l’ha fatta lei possono farcela tutti.
Lo stesso messaggio di cambiamento e riscatto si percepisce anche nel brano Railroad Weed dove si ipotizza la nascita in mezzo ad enormi campi di grano e che da lì ci si debba muovere per stravolgere la propria esistenza.
Nella bellezza di questa opera compositiva, all’interno della quale il Nebraska è casa ma anche prigione, Ro Myra incastona una vera hit radiofonica. Forse questo è il brano che esplicita meglio le contraddizioni della cantautrice persa tra fughe e ritorni, messaggi di incoraggiamento e senso di abbandono.
Il pezzo si intitola She’s not the road. Congediamoci proprio con i versi di questa canzone:
Lei non è il suo prossimo spettacolo,
non è il prossimo lungo viaggio.
Lui è andato troppo lontano,
non è il posto in cui ha lasciato il cuore.
Lei non è la strada.
Eleonora Pozzuoli